i 6 errori nella scelta della scuola Superiore

GUARDA IL VIDEO ASCOLTA IL PODCAST Perchè è importante la scelta della scuola di tuo figlio. Ciao sono Luca uno dei founder della IEXS oggi andiamo a vedere quali sono i 6 errori più comuni che molti genitori commettono nella scelta della scuola Superiore per il proprio figlio. Perché è importante? Perché molto spesso si fa una scelta di comodità e di nomea andando a sottovalutare l’ambiente dove si svilupperà la crescita culturale, ma soprattuto umana, di tuo figlio. La scuola Superiore. Una scelta molto importante. Ti sei mai chiesto cosa fa realmente tuo figlio a scuola? Ma la vera domanda è: qual’è il vero scopo della scuola per la vita di tuo figlio? Molti genitori pensano che sia solamente il luogo dove il proprio figlio debba imparare un metodo di studio o la sua futura professione. Ma è solamente questo? Oggi parleremo della scelta della scuola Superiore. Fondamentale, per il futuro di ogni studente, perché è la scuola che porterà lo studente alla scelta di quello che vorrà essere e fare nella vita adulta. In questa fase i ragazzi hanno bisogno di una cura e un’attenzione alla loro sfera emotiva molto elevata, perché iniziano a buttare le basi per lo sviluppo della loro persona adulta. Possiamo quindi intuire che le nozioni didattiche sono solo una minima parte del bagaglio contenutistico che la scuola di tuo figlio deve avere.  Adesso andremo a evidenziare cosa accade nella mente di un genitore durante la scelta della scuola media per suo figlio. Per farlo abbiamo estratto dai nostri sondaggi i sei errori più comuni nella scelta della scuola Superiore. 1° ERRORE: fare una scelta di comodità Nella maggior parte dei casi non si fa una scelta ponderata, questo è un gravissimo errore. Perché? Di solito la scuola la scelgo perché ce l’ho vicino a casa, perché dove vanno tutti i compagni di mio figlio, e tendenzialmente e generalizzando, la scelgo in base alla comodità o addirittura non scelgo proprio informandomi di quale sia il meglio per lui. Facendo così sottovaluto che la scuola media è un ambiente fondamentale, per la crescita di mio figlio. L’ età delle medie, che è un’età molto complicata, mio figlio comincerà a scoprire le sue interazioni sociali e la sua emotività. Per farlo crescere al meglio su questi due aspetti sarà fondamentale l’ambiente in cui si inserisce, in cui vive tutti i giorni, e le persone con cui è in contatto, gli insegnanti e i compagni di classe. Quindi stai facendo una scelta casuale o una scelta ponderata? Cioè stai scegliendo veramente qual è la scuola migliore per tuo figlio? perché se fai una scelta casuale anche la crescita didattica ma soprattutto personale di tuo figlio sarà casuale. 2° ERRORE: a chi stai affidando tuo figlio? La scelta dei docenti Di solito non si pensa che docenti insegnano nella scuola dei propri figli. Questa riflessione invece è molto importante, perché la maggior parte delle scuole non seleziona i propri docenti, li pescano semplicemente dalle liste. In Italia, purtroppo, solo pochissime scuole hanno una selezione docenti accurata e performante, anche perché la maggior parte delle scuole sono statali.  Un altro punto importante è la formazione dei docenti. La media nazionale della formazione dei docenti nelle scuole tradizionali e di circa 30 ore l’anno. Nelle scuole migliori la media della formazione annuale è di circa 300 ore.  Questo deve farti riflettere che scegliere una scuola senza informarsi sui propri docenti, vorrà dire che tuo figlio sarà affidato a un docente qualsiasi e non a un professionista selezionato e formato. Il ruolo del docente è fondamentale nella crescita di tuo figlio, perché sarà la sua guida quotidiana, il quale gli insegnerà a comportarsi con gli altri a gestire la propria emotività e a trasmettergli delle passioni che se mai diventeranno il suo lavoro, e non solo un semplice erogatore di contenuti. SCOPRI LA SCUOLA SUPERIORE IEXS 3° ERRORE: scegliere un ambiente scolastico vecchio e antiquato L’ambiente scolastico italiano è rimasto quello di ormai quarant’ anni fa. Se ci pensi bene e se sei andato a visitare la scuola di tuo figlio, potrai notare che le classi e tutta la struttura è vecchia e antiquata. Se però pensi alla tua vita, praticamente tutto si evoluto e migliorato in questi anni. Allora perché gli ambienti scolastici sono rimasti come quelli di un tempo? La risposta è che sono sempre luoghi statali e come la maggior parte dei servizi statali si è rimasti indietro di molti anni (almeno in Italia). Gli ambienti però sono condizionanti e molto importanti. Quando hai scelto la scuola di tuo figlio, sei andato a vedere la scuola? Sei andato a vedere come sono gli ambienti? Sono curati? Sono Pro al benessere di tuo figlio? C’è qualcuno che studia quegli ambienti affinché tuo figlio tutti i giorni possa trarne il massimo dei benefici?  Queste sono domande che dovresti farti prima di scegliere la scuola di tuo figlio, perché il primo stimolo positivo parte dall’ambiente che ci circonda. 4° ERRORE: pensare che la scuola sia solo istruzione e didattica La scuola che hai scelto per tuo figlio ha dei valori? ha una missione? Segue uno scopo educativo?Questo è un aspetto molto importante nella scelta della scuola media di tuo figlio.  Molte volte si sottovaluta il fatto che la scuola sia anche un luogo dove allo studente gli vengono insegnati valori, educazione, educazione alle relazioni umane e comportamenti consoni alla vita odierna. Soprattutto in un’età fondamentale come quella delle medie in cui tuo figlio entra in contatto con la moralità, entra in contatto con le relazioni sociali, entra in contatto con tutto quello che ha dentro. Un altro fattore molto importante è che la scuola deve avere una vision di come saranno gli studenti che usciranno da essa. perché solo così sarà in grado di trasmettere i propri valori al ragazzo. La scuola media giusta per tuo figlio deve tenere conto di questi aspetti , che sono quasi di primaria importanza rispetto alla didattica tradizionale. SCOPRI LA SCUOLA SUPERIORE IEXS 5° ERRORE: pensare che la

i 6 errori nella scelta della scuola media

GUARDA IL VIDEO ASCOLTA IL PODCAST Perchè è importante la scelta della scuola di tuo figlio. Ciao sono Luca uno dei founder della IEXS oggi andiamo a vedere quali sono i 6 errori più comuni che molti genitori commettono nella scelta della scuola media per il proprio figlio. Perché è importante? Perché molto spesso si fa una scelta di comodità e di nomea andando a sottovalutare l’ambiente dove si svilupperà la crescita culturale, ma soprattuto umana, di tuo figlio. La scuola Media. Una scelta molto importante. Ti sei mai chiesto cosa fa realmente tuo figlio a scuola? Ma la vera domanda è: qual’è il vero scopo della scuola per la vita di tuo figlio? Molti genitori pensano che sia solamente il luogo dove il proprio figlio debba imparare un metodo di studio o la sua futura professione. Ma è solamente questo? Oggi parleremo della scelta della scuola media. Fondamentale, nella crescita di ogni studente, per l’età dei ragazzi che la frequentano, che vede il cambiamento dall’età dell’infanzia a quella pre-adolescenziale. In questa fase i ragazzi hanno bisogno di una cura e un’attenzione alla loro sfera emotiva molto elevata, perché iniziano a buttare le basi per lo sviluppo della loro persona adulta. Possiamo quindi intuire che le nozioni didattiche sono solo una minima parte del bagaglio contenutistico che la scuola di tuo figlio deve avere.  Adesso andremo a evidenziare cosa accade nella mente di un genitore durante la scelta della scuola media per suo figlio. Per farlo abbiamo estratto dai nostri sondaggi i sei errori più comuni nella scelta della scuola media. 1° ERRORE: fare una scelta di comodità Nella maggior parte dei casi non si fa una scelta ponderata, questo è un gravissimo errore. Perché? Di solito la scuola la scelgo perché ce l’ho vicino a casa, perché dove vanno tutti i compagni di mio figlio, e tendenzialmente e generalizzando, la scelgo in base alla comodità o addirittura non scelgo proprio informandomi di quale sia il meglio per lui. Facendo così sottovaluto che la scuola media è un ambiente fondamentale, per la crescita di mio figlio. L’ età delle medie, che è un’età molto complicata, mio figlio comincerà a scoprire le sue interazioni sociali e la sua emotività. Per farlo crescere al meglio su questi due aspetti sarà fondamentale l’ambiente in cui si inserisce, in cui vive tutti i giorni, e le persone con cui è in contatto, gli insegnanti e i compagni di classe. Quindi stai facendo una scelta casuale o una scelta ponderata? Cioè stai scegliendo veramente qual è la scuola migliore per tuo figlio? perché se fai una scelta casuale anche la crescita didattica ma soprattutto personale di tuo figlio sarà casuale. 2° ERRORE: a chi stai affidando tuo figlio? La scelta dei docenti Di solito non si pensa che docenti insegnano nella scuola dei propri figli. Questa riflessione invece è molto importante, perché la maggior parte delle scuole non seleziona i propri docenti, li pescano semplicemente dalle liste. In Italia, purtroppo, solo pochissime scuole hanno una selezione docenti accurata e performante, anche perché la maggior parte delle scuole sono statali.  Un altro punto importante è la formazione dei docenti. La media nazionale della formazione dei docenti nelle scuole tradizionali e di circa 30 ore l’anno. Nelle scuole migliori la media della formazione annuale è di circa 300 ore.  Questo deve farti riflettere che scegliere una scuola senza informarsi sui propri docenti, vorrà dire che tuo figlio sarà affidato a un docente qualsiasi e non a un professionista selezionato e formato. Il ruolo del docente è fondamentale nella crescita di tuo figlio, perché sarà la sua guida quotidiana, il quale gli insegnerà a comportarsi con gli altri a gestire la propria emotività e a trasmettergli delle passioni che se mai diventeranno il suo lavoro, e non solo un semplice erogatore di contenuti. SCOPRI LA SCUOLA MEDIA IEXS 3° ERRORE: scegliere un ambiente scolastico vecchio e antiquato L’ambiente scolastico italiano è rimasto quello di ormai quarant’ anni fa. Se ci pensi bene e se sei andato a visitare la scuola di tuo figlio, potrai notare che le classi e tutta la struttura è vecchia e antiquata. Se però pensi alla tua vita, praticamente tutto si evoluto e migliorato in questi anni. Allora perché gli ambienti scolastici sono rimasti come quelli di un tempo? La risposta è che sono sempre luoghi statali e come la maggior parte dei servizi statali si è rimasti indietro di molti anni (almeno in Italia). Gli ambienti però sono condizionanti e molto importanti. Quando hai scelto la scuola di tuo figlio, sei andato a vedere la scuola? Sei andato a vedere come sono gli ambienti? Sono curati? Sono Pro al benessere di tuo figlio? C’è qualcuno che studia quegli ambienti affinché tuo figlio tutti i giorni possa trarne il massimo dei benefici?  Queste sono domande che dovresti farti prima di scegliere la scuola di tuo figlio, perché il primo stimolo positivo parte dall’ambiente che ci circonda. 4° ERRORE: pensare che la scuola sia solo istruzione e didattica La scuola che hai scelto per tuo figlio ha dei valori? ha una missione? Segue uno scopo educativo?Questo è un aspetto molto importante nella scelta della scuola media di tuo figlio.  Molte volte si sottovaluta il fatto che la scuola sia anche un luogo dove allo studente gli vengono insegnati valori, educazione, educazione alle relazioni umane e comportamenti consoni alla vita odierna. Soprattutto in un’età fondamentale come quella delle medie in cui tuo figlio entra in contatto con la moralità, entra in contatto con le relazioni sociali, entra in contatto con tutto quello che ha dentro. Un altro fattore molto importante è che la scuola deve avere una vision di come saranno gli studenti che usciranno da essa. perché solo così sarà in grado di trasmettere i propri valori al ragazzo. La scuola media giusta per tuo figlio deve tenere conto di questi aspetti , che sono quasi di primaria importanza rispetto alla didattica tradizionale. SCOPRI LA SCUOLA MEDIA IEXS 5° ERRORE: pensare che la normalità sia sinonimo di

I sei errori nella scelta della scuola primaria

GUARDA IL VIDEO ASCOLTA IL PODCAST Perchè è importante la scelta della scuola primaria Ciao, sono Luca, uno dei founder della IEXS, oggi parliamo dei sei errori che i genitori possono compiere nella scelta della scuola primaria, perché è importante? Perché la primaria è una scuola fondamentale nell’imprinting scolastico di tuo figlio, quindi una scelta tanto importante quanto a volte sottovalutata. Molto spesso, infatti, si fa una scelta di comodità. 1° ERRORE: fare una scelta di comodità Molto spesso la scelta è casuale. Faccio degli esempi: la scuola più vicina, la scuola più comoda rispetto al mio luogo di lavoro oppure la scuola dove vanno gli amici di mio figlio. Tutti abbiamo delle esigenze di tempo, di gestione dei trasporti e quant’altro. Ma dall’altra parte c’è il futuro di tuo figlio e la scuola primaria è un ambiente importantissimo, perché dà l’imprinting della parte educativa e didattica che tuo figlio avrà per il resto della sua vita. Quindi perché fare una scelta casuale di un ambiente così importante per tuo figlio? 2° ERRORE: a chi stai affidando tuo figlio? La scelta dei docenti “Un docente vale l’altro”. Pare abbastanza banale, ma non ci si riflette mai abbastanza perché un docente non vale l’altro. Tu scegli tendenzialmente le persone con cui passi la maggior parte del tuo tempo. Se ci sono delle persone di basso valore, ne cerchi altre di un valore più alto. Se cerchi dei professionisti a cui affidarti, vuoi che siano di grande valore e di grande preparazione. Allora perché per una cosa così importante come la scuola di tuo figlio, un docente vale l’altro? La scuola dove hai iscritto tuo figlio seleziona i docenti? Sappiamo benissimo che purtroppo alcune scuole pubbliche paritarie non selezionano i docenti, li prendono semplicemente dalle liste. Quindi cosa vuol dire che tuo figlio avrà un docente casuale? Potrebbe essere bravo come no. Ma tuo figlio merita la casualità o merita una scelta accurata? Una selezione di altissimo valore fa la qualità nell’istruzione di tuo figlio. Perchè sono le persone che fanno la differenza. La didattica è assolutamente importante, la qualità della scuola è importante ma la qualità è data dalle persone che ci lavorano al suo interno. Quindi ripeto, tuo figlio merita un docente selezionato, il massimo che ci può essere sul mercato. SCOPRI LA SCUOLA PRIMARIA IEXS 3° ERRORE: scegliere un ambiente scolastico vecchio e antiquato “Nella scuola dove sono andato io tanti anni fa, sono sopravvissuto. Quindi anche mio figlio sopravviverà?” Adesso sarò un po provocatorio: quindi tu vai al lavoro con il cavallo e col calesse? Perché il cavallo e il calesse sono sempre andati bene in millenni di storia, ti portano dal punto A al punto B. Oggi però tu usi la macchina e qualcosa è cambiato. Le scuole si evolvono come tutto il resto, quindi una scuola che è rimasta uguale per decenni se non per centinaia di anni, non è un valore aggiunto per la società e per la crescita delle nuove generazioni. La scuola deve far parte di questa evoluzione. Quindi l’ambiente non può essere l’ambiente identico di cento anni fa perché nel frattempo si sono evoluti gli strumenti, gli ambienti e la didattica dell’insegnamento. L’ambiente in cui passa la maggior parte del tempo tuo figlio condizionerà, non solo il suo apprendimento, ma anche la sua evoluzione, la sua istruzione, la sua educazione, il suo stato emotivo, la sua felicità, il suo benessere e la sua crescita a 360 °. Un ambiente di cento anni fa andava bene per bambini di cento anni fa, non per bambini e ragazzi del giorno d’oggi. 4° ERRORE: pensare che la scuola sia solo istruzione e didattica “La scuola, deve solo istruire, quindi a scuola serve solo a studiare”. Considerazione molto errata, perché la scuola è un ambiente dove tuo figlio cresce e viene educato, che tu lo voglia oppure no, perché a volte passa più tempo a scuola che con genitori. I nostri figli arrivano a casa alla sera e li vediamo due o tre ore prima di andare a dormire, mentre a scuola ci stanno almeno cinque o sei ore. Queste ore non servono solo per istruire, ma il docente deve creare una relazione con lo studente per poi dargli un esempio, per costruirgli un’identità sia a livello scolastico ma soprattutto a livello personale. Il docente lavorerà sulle relazioni sociali che sta costruendo tuo figlio nella scuola primaria, quindi la scuola non e solo istruzione, non lo è mai stata, non lo sarà mai e chiunque dica questo non e mai entrato in una scuola o non ha mai lavorato in essa perché è un ambiente importantissimo per l’educazione e l’istruzione delle persone. Quindi scegliere una scuola senza considerare cosa fa per educare tuo figlio, ti sembra giusto? A scuola che ambiente respira tuo figlio tutti i giorni? Quali sono i valori più importanti della scuola? Se tutto questo non c’è, è un grave errore perché tuo figlio sarà anche in questa situazione in balia del caso. Quindi magari ci sarà il docente che lo educa in una maniera sbagliata, il professore che non gli da le giuste attenzioni e crescerà con delle mancanze. La scuola è un ambiente condizionante. Che tu lo voglia oppure no, tuo figlio ne verrà condizionato e questo condizionamento durerà per tutta la vita. SCOPRI LA SCUOLA PRIMARIA IEXS 5° ERRORE: pensare che la normalità sia sinonimo di qualità “Mio figlio va bene a scuola, non ci sono particolari problemi, quindi va bene così, cioè io non ho problemi da risolvere, quindi non ci penso alla scuola”. Grave errore perché ti faccio un paragone: è come se andassi dal dentista solo quando hai male ai denti. Forse non sarebbe meglio prevenire, quindi cercare di lavarsi i denti tutti i giorni?  La domanda che ti faccio è: tu non ti lavi i denti? non curi la tua igiene orale? E andrai dal dentista solo quando avrai un problema? Perché non scegliere la scuola o non dedicare attenzione nella scelta della scuola solo

La scuola IEXS protagonista dell’innovazione scolastica

Una scuola al centro dell’innovazione scolastica Il 9 e 10 settembre 2021, l’Università di Bologna ha presentato i primi risultati di una ricerca fatta nelle scuole più innovative, sulle metodologie didattiche human centered. La IEXS di Reggio Emilia è stata una delle scuole selezionate.  Giorgia Pinelli e Michele Caputo del dipartimento di ricerca universitaria di Bologna, hanno redatto il progetto di ricerca-azione “Istituto Vladimiro Spallanzani”.  In prima e riassuntiva analisi, da tale documentazione è emerso che il nostro istituito genera valore attraverso una promozione umana/personale ed espressione di sé. Il largo impiego di forme laboratoriali ed esperienziali, assieme a spazi innovativi dedicati agli studenti, permettono ai ragazzi di esprimere i loro potenziali anche in aree prettamente non scolastiche (come l’intelligenza emotiva e le soft skill) e consentono agli studenti di rapportarsi al mondo in modo produttivo  e creativo. Report sull’innovazione scolastica della IEXS Progetto di ricerca-azione “Istituto Vladimiro Spallanzani” REPORT SINTETICO DEL TRIENNIO DI RICERCA Giorgia Pinelli, Michele Caputo (Università di Bologna) LEGGI IL REPORT Puoi trovare tutte le informazioni sul convegno e sulle ricerche innovative sulla scuola visitando il sito dell’Università di Bologna alla seguente pagina RES – Ricerche educative con le scuole  

SCUOLA DEI TALENTI: IL LUOGO DOVE REALIZZARE I PROPRI SOGNI

Il talento è una dote per pochi ? Ognuno di noi ha dei talenti sopiti o che non ha mai notato che potrebbero essere determinanti nella nostra vita. Ma partiamo cercando ci capire che cosa vuol dire la parola talento: per talento si intente un abilità o una inclinazione naturale a rendere facile una certa attività rispetto alla norma della sua specie. Ultimamente la parola talento ha assunto una definizione di esclusività, perchè si associa solamente a persone in grado di produrre azioni emozionanti o eclatanti (campioni dello sport, artisti famosi, attori, scienziati). La maggior parte delle persone però non si rende conto che questo è solamente il risultato di  anni e di sacrifici a coltivare abilità consapevoli e altre inconsapevoli. Sicuramente bisogna porsi prima una domanda fondamentale: Ma tutti abbiamo un talento? Se si, come faccio a scoprirlo? La risposta alla prima domanda è assolutamente SI. Tutti abbiamo un’inclinazione naturale a fare bene qualcosa, anche tu che stai pensando: “ma io non so fare niente, sono un buono a nulla, mi viene tutto male”. La parte più difficile è identificare questa abilità per poi valorizzarla e coltivarla. Perchè identificare i propri talenti è importante? Prima di tutto aiuta ad aumentare l’autostima in se stessi. Poi fa crescere la consapevolezza di avere un valore come persona ed un’unicità. Una volta che abbiamo identificato i nostri talenti possiamo quindi pensare a come valorizzarli ed esprimerli al massimo e a come utilizzarli per raggiungere i nostri obiettivi. I nostri talenti sono le fondamenta su cui costruire il nostro futuro. Dobbiamo pensare in quale ambiti esprimerli e in quali posso esprimere al massimo il loro potenziale. Possiamo capire in cosa ci sono stati utili fino adesso e come ci possono aiutare a realizzare i nostri obbiettivi nella vita. Molto importate è capire che i nostri talenti possono essere messi a disposizione delle altre persone per rendere migliore la vita delle nostre famiglie, amici e di tutte le persone che ci stanno in torno. Come scoprire i propri talenti.  Il modo più semplice per cominciare ad identificare i propri talenti è porsi alcune semplici domande: Cosa mi riesce bene? Quali sono le mie attitudini? Per quale mia qualità le persone mi chiedono aiuto? Nel fare cosa mi sento appagato e a mio agio? Per cosa mi apprezzano gli amici? E i miei familiari? Nel mio tempo libero cosa mi piace fare e che capacità esprimo al meglio ? Cosa mi permette di svolgere il lavoro che faccio al meglio? Rispondere a queste domande può sembrare banale, ma non lo è affatto. Per scoprire i propri talenti bisogna fare una buonissima esamina delle nostre capacità e attitudini. La maggior parte delle persone vede il talento come delle capacità di poche persone e molto rare, ma è la cosa più sbagliata che si possa pensare. Tutti diamo per scontato che se ci viene facile fare qualcosa vuol dire che risulterà facile anche a gli altri, ma non è assolutamente così. Al giorno d’oggi nessuno riesce ad apprezzare le proprie qualità perchè tutti si fermano ad ammirare le doti di quelle poche persone che hanno avuto successo grazie ai propri talenti. Facendo così è nato un senso di inadeguatezza e di incapacità che non ci fa notare i doni che abbiamo perchè ci sembrano banali. I nostri talenti ci devono portare alla consapevolezza della nostra persona nonostante tutti pensino che debbano portare al successo, ma il vero obbiettivo dei nostri talenti è portarci alla felicità. Perché una scuola dei talenti: la IEXS. Immaginatevi un luogo dove ogni bambino o persona può scoprire e coltivare i propri talenti. Un luogo dove oltre a educarti e istruirti, ti chiedono che cosa ti piace fare. Un luogo dove i tuoi talenti sono al centro della tua formazione ed istruzione. Questo luogo esiste e si chiama IEXS. La IEXS nasce proprio come scuola dei talenti, perchè la sua idea è proprio quella di coltivare e istruire persone consapevoli di loro stessi e delle loro capacità per poi aiutare la società e le altre persone. Dopo molti anni di lavoro con scuole, famiglie e migliaia di giovani la IEXS ha consolidato sempre di più la sua mission: aiutare i ragazzi a realizzare i loro sogni attraverso i loro talenti. I ragazzi del giorno d’oggi sono focalizzati a raggiungere obbiettivi scolastici basati prettamente su una valutazione e non sul vero sviluppo di abilità che gli serviranno nel lavoro e nella vita quotidiana. La ricerca dei propri talenti è il fulcro per concretizzare e soddisfare i propri sogni. Perché molto spesso il nostro sogno è la realizzazione di noi stessi grazie ai nostri talenti e condividere o mettere a servizio degli altri questi ultimi.

Perché la IEXS è differente. Lettera di uno studente.

La scelta della IEXS è stata determinante per il mio futuro. Ciao Fede (il coordinatore Docenti della IEXS n.d.r.), mi accingo a scrivere una riflessione sulla mia esperienza fin qui vissuta nel vasto mondo dell’apprendimento scolastico e in particolare quella con la IEXS, come già ti anticipavo qualche giorno fa. Parto dal presente, ad oggi sono iscritto al primo anno del corso universitario di “Viticoltura ed Enologia” al campus di Cesena. L’università, generalmente, è un percorso di studio che ti forma sotto l’aspetto delle conoscenze acquisite tramite il classico metodo di apprendimento (teorico-nozionistico, insegnamento frontale, verifica con esame scritto/orale). Le scuole superiori (principalmente licei in questo caso), e anche le scuole medie se vogliamo, fanno lo stesso. Prima di iscrivermi all’università quest’anno, ho avuto modo di frequentare un liceo scientifico, un istituto tecnico e alla fine del mio percorso, la Scuola dei Talenti (ora IEXS); dopodiché finiti gli studi con un diploma di “Tecnico Agrario”, ho avuto l’opportunità di fare una scelta: da una parte potevo iscrivermi all’università e seguire quindi il percorso “standard” come molti miei amici avevano già fatto, dall’altra accettare l’offerta di un professore conosciuto alla IEXS di creare una start-up innovativa. Ho scelto per la start-up e credo di non aver mai fatto scelta più giusta. Qui ho trovato un ambiente fertile per sviluppare tutte le soft skills acquisite durante l’anno di studio alla IEXS, e toccare con mano cosa vuol dire fare impresa, cosa vuol dire sbagliare e rialzarsi subito dopo e migliorarsi, sono cresciuto sotto l’aspetto emotivo e delle responsabilità, insomma ho vissuto una realtà lavorativa innovativa capace di modellare dentro di me una serie di competenze che in questo momento sono molto appetibili sul mercato.   Ma dove le ho sviluppate queste competenze?   La risposta è alla IEXS; qui ho avuto la fortuna di partecipare a diversi corsi, tramite un apprendimento esperienziale e una didattica a classe capovolta che mi hanno permesso di apprendere in modo alternativo e di mettermi in gioco in tanti campi diversi dal mio indirizzo di studio. Altra cosa che mi ha trasmesso, oltre allo sviluppo di un apprendimento multitasking, sono stati uno sviluppo e una comprensione profonda delle emozioni con cui abbiamo a che fare ogni giorno. Mettendo insieme tutte queste cose sento che il mio approccio all’università è completamente diverso dal 98% dei miei compagni, nel senso positivo; sono consapevole che il bagaglio di conoscenze che l’università mi fornirà, senza un applicazione concreta e una visione verso il mondo del lavoro che ci sarà subito dopo, serviranno a poco o nulla e riguardo a questo argomento mi piacerebbe prendere in esame un esempio che spiega meglio questo aspetto.   Pochi giorni fa un professore del nostro corso di laurea invita tutti gli studenti a un incontro sul tema “Dottorato e Innovazione” in cui si parlava di impresa, di competenze che le aziende cercano, di esperienze che stanno vivendo ragazzi neolaureati/neodottorandi , insomma si parlava del nostro (studenti universitari) futuro usciti da lì (mica poco quindi). Si da il caso che l’incontro era in concomitanza con una lezione di matematica, io essendo molto interessato all’argomento mi presento all’incontro e su 200 studenti invitati del mio corso, ero presente solo io. È stato un incontro molto interessante in cui ho avuto il piacere di sentire tante storie anche di studenti poco più grandi di me e del loro approccio al mondo dell’impresa e del lavoro, insomma sono uscito da lì con un idea concreta di cosa vuol dire fare un dottorato, di cosa cerca un azienda in un giovane neolaureato oggi e di quali sono le prospettive per l’università di Bologna nel promuovere start-up e percorsi di interfacciamento tra giovani laureati e imprese.   Cosa voglio far capire con questo esempio? Che le tre ore di matematica per il 99% dei miei compagni sono state più importanti di un opportunità come questa, e allora mi sono chiesto perché. Quando ho invitato a partecipare alcuni di loro, mi è stato risposto “no grazie, preferisco seguire la lezione che poi all’esame vado male”, o frasi simili, che rispecchiano esattamente la mentalità sviluppata dallo studente durante il percorso di studi “standard” delle scuole superiori di cui parlavo prima: è più importante seguire la lezione e non lasciarsi scappare neanche un appunto, arrivare all’esame e prendere il voto più alto e infine uscire dall’università con un bel voto piuttosto di sviluppare, tramite vie traverse ad esempio, un idea di cosa ci sarà dopo, di cosa cerca il mercato oggi, di quali sono le competenze che devi sviluppare per essere competitivo e come ti comporti in questo senso durante il tuo percorso di studi per svilupparle. Io ringrazio la IEXS perché mi ha aiutato a sviluppare la mia creatività, il senso di curiosità, la capacità di sognare, la bellezza dei valori e delle emozioni. Ringrazio la IEXS perché l’università che sto facendo mi sta piacendo tantissimo e non sarebbe lo stesso se non vi avessi conosciuto. Ringrazio la IEXS perché mi ha dato gli strumenti per costruire il mio futuro. Un saluto sincero, Luca

Scuola d’Eccellenza

Scuola d’Eccellenza uguale tanto studio. È veramente così? In tutti questi anni si è pensato che una scuola d’eccellenza sia sinonimo di tanto studio. Ma è veramente questa la strada per l’eccellenza ? Molto spesso in Italia e anche nelle altri parti del mondo si abbina la denominazione di Scuola d’Eccellenza a uno metodo di insegnamento che porta l’alunno ad avere dei carichi di studio molto elevati.  Come detto nel video proviamo a guardare questo argomento attraverso una metafora. Immagina di andare in palestra, assieme ad altre persone. Magari è la tua prima volta. L’Istruttore vi porta alla panca piana e, dopo una breve spiegazione, chiede a ciascuno di voi di sollevare 100 kg. A detta dell’istruttore, nelle altre palestre si sollevano 50 kg, ma qui è una palestra d’eccellenza e quindi i kg devono essere 100.  Cosa faresti?  La responsabilità del fatto che non riesci a sollevare 100kg è tua o dell’istruttore e della palestra? La scuola come palestra di vita e d’evoluzione. La nostra formazione didattica ed educativa è sempre stata  legata ad un mondo accademico che ci divide in due tipi di profili: l’intelligente o colui che non è portato per lo studio. Ma la realtà è questa? Ovvero chi riesce ad alzare 100 kg e chi no. Al primo colpo. Molte persone brillanti pensano di non esserlo perché la scuola è diventata in questi ultimi decenni un luogo dove devono avere dei risultati e non “la palestra” che li alleni e li guidi ad averli.  Seguendo sempre la metafora della palestra, molto probabilmente ci sarà qualcuno con un “fisico” già predisposto e molti altri con un “fisico” diverso, non pronto subito al sollevamento di 100kg. Ma sicuramente un fisico che può essere allenato. Che può arrivare nel tempo a sollevare i 100kg e anche di più.  Torniamo alla palestra. Perché l’istruttore, dopo avervi fatto sollevare i 100kg vi chiede di fare 100 squat (piegamenti con le gambe). Qualcuno chiede perché non si fanno altri esercizi per la parte superiore del corpo. L’istruttore risponde che bisogna andare avanti col “programma”. Lo scopo primario di uno studente molto spesso è semplicemente il voto o passare l’esame. Poco importa se quello che si è imparato a memoria dopo poche settimane scompare, rimpiazzato dalla prossima interrogazione o dal prossimo esame.  Siamo sicuri che questo modello applicato nella maggior parte delle scuole e anche nelle scuole d’eccellenza, semplicemente aumentando il carico, sia veramente la massima espressione della scuola e dell’apprendimento? Nel video scopri cosa ne pensa Luca. https://www.youtube.com/watch?v=kMRvnsL7iPo&t=77s Cos’è veramente l’eccellenza? Su questo argomento torneremo nel dettaglio nei prossimi articoli.  Per noi una scuola d’eccellenza si veste a misura di ragazzo, si interroga sui suoi bisogni e si mette in discussione con le generazioni attuali. I valori dei ragazzi sono molto cambiati negli ultimi anni e occorre una scuola dinamica che abbia al centro del suo progetto lo sviluppo del potenziale umano. Una scuola d’eccellenza deve preparare didatticamente i propri alunni con i contenuti didattici del programma italiano ministeriale, uno dei migliori al mondo, e  prepararli alla vita con abilità trasversali e soft skill. Come nel mondo reale, la scuola ti deve porre delle sfide da affrontare e dei limiti da superare. Scegliere una scuola di eccellenza secondo la IEXS vuol dire prepararsi ad essere una persona di valore e portare valore agli altri. “Una scuola dovrebbe permettere ad uno studente di sentirsi sicuro, protetto e di vivere in un ambiente che vuole veramente il suo meglio.” (nel video le altre parole della Lucy) Per la IEXS il fulcro della crescita dei ragazzi sono i professori. Un team di docenti che si pone come guida intorno il ragazzo e che lo segua non solamente nel suo percorso didattico ma anche in quello formativo della persona. In una scuola eccellenza lo studente non si sente un numero ma al centro di tutta la sua istruzione didattica e personale. La scuola è il laboratorio nel quale si costruisce il presente e il futuro della società. La scelta e l’evoluzione della scuola sarà determinante per le prossime generazioni che si dovranno adattare a un mondo i cui valori e comportamenti cambiano molto rapidamente. Nicola https://www.youtube.com/watch?v=IddEMjrDeUo&t=1s

LE SOFT SKILL: le competenze che ancora non sapevi di avere

Le soft skills sono caratteristiche personali e caratteriali differenti e trasversali rispetto alle capacità tecniche apprese nei percorsi formativi e durante le esperienze di lavoro. Non lasciarti ingannare dal termine “soft” ad oggi sono proprio queste skill a fare la differenza nel mondo del lavoro e nei processi di recruiting.Si tratta, dunque, di una serie di attitudini che ti qualificano a prescindere dal titolo di studio e che, ad oggi, sono molto richieste in ambito lavorativo. Eccone alcune particolarmente importanti su cui puoi cominciare a farti un’idea: ➢ capacità di lavorare in team➢ capacità di lavorare sotto stress➢ negoziazione➢ problem solving➢ determinazione nel raggiungimento di obiettivi➢ elasticità e capacità organizzativa➢ gestione dell’imprevisto ➢ competenze comunicative➢ gestione del tempo➢ leadership Le soft skills non sono solo il nostro modo di porci nei confronti del lavoro, rappresentano proprio il la maniera in cui comunichiamo con gli altri e con noi stessi. Che tu voglia fare il libero professionista, il manager o l’imprenditore sappi che devi imparare a riconoscere e sviluppare al meglio le tue soft skills. Con le soft skill migliori l’approccio al lavoro, alla vita e anche con te stesso, rendi la tua interazione con gli altri produttiva ed efficace il che si trasferisce in una maggiore produttività anche in ambito aziendale. Soft skills e hard skills (intendendo per hard skills le competenze tecniche, specialistiche e comprovabili) viaggiano a braccetto nella struttura di una figura professionale completa e attuale. Secondo recenti studi pare addirittura che nel mondo del business addirittura il 75% del successo di un lavoro dipende dal possesso delle soft skills. Ma se le hard skills richiedono anni di studi, aggiornamenti ed esperienza pratica-lavorativa le soft skills sono ancora più difficili da assimilare secondo gli schemi ordinari di apprendimento e ancora più sono molto difficili da valutare in maniera quantitativa e qualitativa. È da questa urgenza che nasce l’idea di far si che ci sia un corso di studi, un percorso professionale e didattico incentrato sull’acquisizione di questi fondamentali aspetti e che, pertanto, ti dia la possibilità di dimostrare la propria preparazione anche in questo ambito. Le soft skills, come abbiamo detto, sono delle abilità trasversali che possono essere suddivise a loro volta in abilità interne e riguardano il modo in cui lo studente o il lavoratore interagisce con se stesso ed abilità esterne, che invece hanno a che fare con il modo in cui vengono gestite le relazioni con gli altri. Insomma le soft skill sono quelle caratteristiche personali che possono fare la differenza nel momento in cui ti presenti ad un colloquio di lavoro e vanno dalla flessibilità, alle capacità comunicative, dalla capacità di gestire situazioni scomode o di conflitto alla autocritica. Ciò che è importante capire quando si tratta di soft skills è che al di là della propria attitudine caratteriale, che ci rende più o meno propensi allo sviluppo di determinate soft skills rispetto ad altre è che più maturiamo queste incredibili capacità più siamo pronti a presentarci e sostenere il mondo del lavoro e non solo. Sembra semplice vero? Ma non lo è.. non vogliamo spaventarti ma per acquisirne un numero sempre maggiore spesso occorre anche lavorare su se stessi, sugli aspetti più intimi e personali di noi e occorre poi far si che tutto ciò sia visibile, applicabile e comprovabile.Insomma serve studiare, esercitarsi e dare ascolto ai professionisti del settore. Ecco un breve elenco di quali sono le soft skills più spendibili nel mondo del lavoro quelle su cui far leva durante i colloqui o durante l’interazione con i vari reparti di recruiting.

Il fallimento del metodo scuola tradizionale

“Come dimostrano tutte le ricerche neuroscientifiche, bambini e ragazzi apprendono dall’imitazione (i neuroni a specchio!), dall’interazione sociale con i compagni e nel fare esperienza diretta, usando le conoscenze acquisite imparano ad affrontare i problemi. La lezione frontale, nelle scuole, non è un buon mezzo di apprendimento. Lo sostengono in molti, tra cui il pedagogista Daniele Novara che dell’argomento parla nei suoi libri e spesso interviene in convegni e dibattiti. Mille ragioni psicoevolutive e neurocerebrali ci dimostrano che apprendere dalla lezione frontale è molto difficile, per non dire impossibile.   La scuola italiana è ingabbiata nella didattica della “risposta esatta”. Quiz e test a crocette, erroneamente considerati strumenti didattici moderni, sviliscono le capacità di apprendimento di ragazzi.  Per questo motivo riteniamo urgente investire sulla formazione metodologica degli insegnanti, dalla scuola primaria alle superiori, offrendo loro dispositivi pedagogici innovativi, per liberarli finalmente dagli sterili automatismi del passato.    L’equivoco di base La scuola italiana ha un problema che si perde nella notte dei tempi. Un equivoco, profondamente radicato e pervasivo, che ha un nome preciso: lezione frontale. La didattica della scuola italiana si basa ancora sulla convinzione che il metodo più efficace perché bambini e ragazzi apprendano un argomento consiste nel leggere loro un testo, a cui segue la spiegazione dell’insegnante. La lezione frontale richiede molta capacità di attenzione, che, come dimostrato da tante ricerche neuroscientifiche, non è sostenibile neanche dagli adulti, figurarsi da bambini e ragazzi. La lezione frontale non implica alcuna competenza pedagogica: si spiega, si richiede agli studenti lo studio individuale, attraverso la ripetizione dei contenuti spiegati, e, infine, si interroga e si valuta l’alunno. Una questione di attenzione L’attenzione è “selettiva”, ossia sceglie di cogliere alcuni stimoli e ne ignora altri, da cui il cervello è bombardato simultaneamente. I bambini sviluppano presto l’attenzione “selettiva” e, piano piano, crescendo diventano capaci di gestirla in modo “volontario”, sviluppando nell’adolescenza una sempre maggiore capacità di concentrazione. Mantenere l’attenzione costante nel tempo, così come richiesto dalla lezione frontale, non è un processo stabile e progressivo, bensì un’alternanza continua, quasi ciclica, tra momenti di attivazione e pause. È un processo fisiologico, estremamente individuale, influenzato da numerosi fattori: le risorse individuali, la motivazione, le caratteristiche personali, la stanchezza. La massima capacità di attenzione si registra attorno ai 18/26 anni e non supera i 40/45 minuti di tempo. In classe l’apice di attenzione raggiunge i 10 minuti, poi cala progressivamente per altri 20 minuti e riprende a salire dopo circa mezz’ora dall’inizio della lezione. Inoltre, considerato che in classe alunni e studenti sono sottoposti a infiniti fattori di interazione e disturbo, è facile rendersi conto come la lezione frontale sia chiaramente fallimentare. Quindi, dopo 50 minuti di spiegazione, è normale che i ragazzi abbiano adottato la tecnica dello sguardo catatonico: si concentrano sull’insegnante senza minimamente ascoltarlo. Non si impara da soli Il migliore processo di apprendimento non si attiva mai in solitudine, ma nello studio di gruppo. Il genio intellettuale, che studia isolato, come Vittorio Alfieri che si lega alla sedia o Giacomo Leopardi rinchiuso nella biblioteca paterna, non sono modelli ma personaggi speciali, l’eccezione che conferma la regola. Le scoperte legate al sistema dei neuroni specchioconfermano l’importanza dell’interazione sociale per imparare: osservando gli altri nel nostro cervello si attivino le stesse aree necessarie per acquisire quelle informazioni. Inoltre, il gruppo attiva numerosi elementi emotivi e motivazionali e favorisce le capacità cognitive. La scuola, per sua natura sociale, gestisce un processo di apprendimento di gruppo, in cui la logica dell’isolamento è fuori contesto. Purtroppo nella pratica tutto ciò non viene minimamente considerato nella scuola italiana, anzi, constatiamo quotidianamente che nella maggior parte delle classi di ogni ordine e grado ha ancora un ruolo egemone la lezione frontale, che prevede la trasmissione nozionistica e individuale della risposta considerata “esatta”, che deve essere rielaborata in solitudine, nella convinzione diffusa che il confronto con gli altri sia solo una perdita di tempo, un elemento che disturba il tradizionale processo di apprendimento. La didattica digitale, di male in peggio A un certo punto è comparso il digitale, con la presunzione di poter risolvere i problemi della scuola italiana. Di male in peggio. Programmi e investimenti si sono tutti rivolti alla tecnologia nella convinzione che in questo modo si sarebbe miracolosamente risolto il progressivo declino di motivazione, interesse e rendimento scolastico delle nuove generazioni di bambini e ragazzi. Invece, a un problema irrisolto ne abbiamo aggiunto un altro, che peggiora ulteriormente la situazione. Il digitale, infatti, crea dipendenza da stimoli visivi e interattivi e diminuisce l’interesse nei confronti della realtà rendendo ancora più fragile la capacità di attenzione. In particolare nei più piccoli, i videoschermi impediscono il corretto sviluppo di alcuni schemi motori alla base di fondamentali meccanismi cognitivi. Le ricerche scientifiche sono giunte a una conclusione inequivocabile: quando impariamo a leggere e scrivere iniziamo a riconoscere le lettere in base a linee, curve e spazi vuoti, e mettiamo in atto un processo di apprendimento tattile che richiede l’uso sia degli occhi che delle mani stimolando la strutturazione di importanti circuiti cerebrali dedicati alla lettura, che si attivano solo quando provando a scrivere le lettere a mano e non digitando su una tastiera. Scrivere a mano sviluppa capacità visive, viso-motorie e viso-costruttive che l’uso della tastiera non stimola. Inoltre, la motricità fine legata alla scrittura influenza anche le capacità mnemoniche. Da recenti studi emerge un altro fatto molto interessante che nella scuola primaria i temi scritti a mano libera risultano più creativi e, migliore anche per la capacità critica. Insomma, la tastiera o la tecnologia touch, introdotta fin dalla tenera età, ha dimostrato di produrre più danni che benefici. Per diventare uno strumento utile all’apprendimento la tecnologia deve restare all’interno di una cornice di utilizzo collettivo e sociale come può essere il caso di due o tre computer da utilizzare a gruppi in classe o della LIM (Lavagna Interattiva Multimediale) viceversa l’uso individuale porta all’isolamento e provoca gli effetti negativi già ricordati. Un nuovo modello: azione, osmosi, opportunità Quello che propongo non è un metodo definito una volta per tutte. Ritengo che l’elemento discrezionale dell’apprendimento a scuola richieda la competenza pedagogica dell’insegnante, la cui abilità consiste proprio nel trovare la via adatta alle caratteristiche del singolo alunno e dello specifico gruppo classe. Esistono però delle condizioni a partire dalla quali

Il MIUR si apre all’innovazione della scuola. Partendo dal suo cuore.

La IEXS è paritaria. Ottenuto dal MIUR il riconoscimento di scuola paritaria per primaria e secondaria di 1° grado. “..robotica.. dalle 9.00 alle 11.00.. arte  esperienziale… terza e quarta ora..” “..e nel pomeriggio..?” “..project work di biotecnologia..! Ci vediamo a casa..!”   Non è un frammento di dialogo da RITORNO AL FUTURO!  Potrebbe essere la sintesi della giornata di uno studente della IEXS – International Experiential School – di Reggio Emilia.  Facciamo un passo indietro. È certo quanto affermato al World Economic Forum del 2020: siamo ormai andati oltre la IV Rivoluzione Industriale o Industria 4.0. L’inarrestabile avanzamento tecnologico e la crescente digitalizzazione dell’economia colorano di obsolescenza le conoscenze tradizionali. Il WEF indica le 10 competenze più richieste: problem solving in situazioni complesse, pensiero critico, creatività, gestione delle persone, coordinarsi con gli altri, intelligenza emotiva, capacità di giudizio e prendere decisioni, orientamento al servizio, negoziazione, flessibilità.    In questa rincorsa al futuro in chiave economica e sociale la Scuola come si rinnova?  La risposta arriva dalla innovativa scuola di Reggio Emilia, la International Experiential School che, come da tradizione di alto livello educativo/didattico della regione Emilia Romagna, ottiene dal MIUR il riconoscimento di scuola paritaria Human Centered per primaria e secondaria di 1° grado, dove non solo si raggiungono gli obiettivi ministeriali e comunitari ma si sviluppano anche le competenze trasversali, le soft skills, l’intelligenza emotiva e i talenti dei singoli ragazzi. Grazie all’ottimo lavoro dell’Ufficio Regionale di Bologna che ha coordinato ed accolto le innovazioni proposte e gli eccellenti risultati del lavoro della IEXS iniziato 5 anni fa: preparazione degli alunni sopra la media, sviluppo dell’intelligenza emotiva e delle competenze trasversali e un tasso di benessere degli studenti del 98% degli studenti dalle elementari alle superiori. Un ulteriore passo avanti nell’evoluzione della scuola emiliana.   Gli  anni di ricerca e sviluppo hanno permesso di integrare la migliore preparazione didattica con lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, del potenziamento delle lingue e l’evoluzione di una struttura Human Centered. Questo importante riconoscimento non ha fermato la IEXS che si è spinta ancora oltre chiedendo al Ministero a Roma la sperimentazione con il Liceo Internazionale che allena una mentalità imprenditoriale e le soft skills del futuro. Il Liceo IEXS copre indirizzi umanistici, scientifici, tecnologici ed informatici. Costruito sull’evoluzione della struttura scolastica, ogni ambito disciplinare è improntato alla creazione, studio e realizzazione di progetti, attraverso le più innovative metodologie di didattica attiva e digitale.    Affiancando lo sviluppo dell’Intelligenza Emotiva e dei talenti di ogni studente: il docente non è più erogatore di contenuti ma Manager di Talenti. Staremo a vedere se Roma saprà accogliere l’innovazione nel mondo della scuola come ha fatto la regione Emilia Romagna.